E’ stato inaugurato il ponte che riunisce due quartiere separati dallo scoppio della guerra civile in Centroafrica. Il lavoro è stato effettuato dagli alpini della Julia della missione europea Eufor
Repubblica Centroafricana. Tra i soldati italiani e i religiosi delle missioni
La Repubblica Centroafricana è uno dei paesi più poveri del mondo. la guerra civile di un anno fa ha prodotto un milione di profughi e migliaia di morti tra i cristiani. Oggi, dopo l’intervento della missione europea EUFOR, cui partecipano anche i genieri italiani della brigata alpina Julia, la situazione è meno grave, ma i rapimenti, anche di esponenti del governo sono all’ordine del giorno. i guerriglieri Seleca, di ispirazione islamica sono asserragliati nell’est del paese , mentre bande di sbandati Anti Balaka di vaga ispirazione cristiano animista imperversano nelle zone liberate del Paese. L’Onu tra poco assumerà il controllo del Paese con una missione di 12.000 uomini, già presenti. a Fine anno è prevista la visita di papa Francesco. Molto attivi i religiosi italiani con varie missioni. Assieme ai Carmelitani e alla caritas sto girando per il paese , spingendomi da Bangui al Nord verso il Ciad.
Addio Herat
Gli italiani stanno lasciando l’Afghanistan. Entro pochi mesi la grande base di Herat sarà ceduta agli afghani e tutti i nostri soldati rientreranno in Italia.
Herat. Il generale Scardino, comandante del Taac West traccia le tappe del ritiro dall’Afghanistan.
Il contingente italiano si è ridotto a 750 uomini. Entro pochi mesi anche l’ultima base di Herat verrà ceduta agli afghani. Il ricordo dei 54 caduti e delle centinaia di feriti dei 13 anni di ISAF.
Herat. Capodanno con i soldati italiani in Afghanistan.
I militari italiani della brigata Garibaldi hanno festeggiato in Afghanistan il capodanno. Alla mezzanotte del 31 dicembre si è conclusa dopo 13 anni la missione Nato combattente Isaf che ha lasciato il posto a Resolute support con compiti esclusivamente di assistenza e supporto alle forze di sicurezza afghane. A Herat rimangono 750 soldati italiani che si ridurranno ulteriormente entro i prossimi mesi fino alla chiusura della base che sarà ceduta agli afgani.
“Prima di tutto italiani”. Gli ebrei italiani nella Grande guerra
Cento anni fa la Prima Guerra mondiale. Gli ebrei italiani parteciparono con convinzione e “amor di patria”, pagando anche un pesante tributo di sangue. il loro motto: “prima di tutto italiani ” è il titolo di una mostra allestita a Roma nel museo ebraico. Alla fine delle ostilità con l’avvento del fascismo iniziarono le persecuzioni che culminarono con le leggi razziali e le deportazioni nei campi di sterminio. la mostra di Roma
Marò, svolta del governo. Latorre rimane in italia richiamato a Roma ambasciatore italiano in India
Dopo la bocciatura della corte suprema indiana delle richieste degli avvocati dei due fucilieri di marina di poter passare in Italia le prossime festività e la convalescenza di Latorre, il Governo italiano mostra la sua irritazione e delusione. Il ministro degli esteri Gentiloni ha richiamato a Roma il proprio ambasciatore. Il ministro della difesa Pinotti ha affermato che Latorre, in convalescenza non si muoverà dall’Italia e che sarà fatto il necessario per far tornare Girone.
I soldati italiani a Bangui in CentroAfrica
I paracadutisti del genio sono impegnati nella martoriata repubblica centrafricana. Colonia francese fino al 1960, negli ultimi decenni si sono susseguite rivolte e colpi di stato e negli ultimi anni violenze settarietra musulmani e cristiani con migliaia di morti e un milione di profughi. Un paese poverissimo che si trova nel cuore del continente africano, senza sbocchi sul mare. E sull’appello del presidente francese Francois Hollande l’europa ha messo in campo un programma di aiuti in cui partecipa l’italia. TEN COL MARIO RENNA portavoce di EUFOR
Cristiani nella terra degli Hetzbollah
Ancora attacchi degli Jihadisti siriani contro l’esercito libanese nella valle della Beeka. il pericolo è che l’infezione della guerra civile siriana si diffonda anche nel paese dei cedri dove convivono varie comunità religiose. Il nostro inviato Ettore Guastalla è andato nei piccoli villaggi cristiani nella zona sciita del sud del libano dove sono fortemente radicati gli Hetzbollah.
Il monte Hermon, sotto la minaccia dell’Isis
Il Libano è al centro di tensioni fortissime, stretto da Israele a sud e dalla Siria ad est. Proprio dalla Siria arrivano i combattenti jihadisti di Al Nursra e Isis che cercano di coinvolgere i sunniti libanesi. Ettore Guastalla ha percorso la frontiera della Blue Line dal Mare fino al Golan e al monte Hermon dove si teme la penetrazione dei Jihadisti.